LE NUOVE MANGIATOIE “DEL MONDO” DOVE SI PAGA A PESO DEL PIATTO

Non menzioneremo loghi e nomi di questi “ristoranti” per evitare pubblicità gratuita; ma li riconoscerete dalla bruttezza estetica e concettuale, dagli ammennicoli esotici sparsi ovunque, dal personale immancabilmente multietnico, dagli sfigati nerd e compagnume d’annata ai tavoli e da notevole appiccicume in terra.LE NUOVE MANGIATOIE...

E’ l’ultima frontiera della ristorazione “global 2.0”; naturalmente sono vegetariani, anzitutto per attirare la clientela più fricchettona, e poi per sfrondare la già flebile resistenza dell’intero capitolo georgico e norcino che farebbe inevitabilmente capo ad una produttività nostrana.

Allora, l’iter è il seguente ed ha tutte le caratteristiche genetiche proprie della “de-umanizzazione” del mondo globale.
Appena entrati, anziché essere accolti da un rubizzo oste in parannanza e taccuino, asettici inservienti vi assegneranno un tavolo contraddistinto da un numero; a tale numero corrisponderà un conto che non sarà calcolato sulla base delle ordinazioni, della tipologia delle pietanze o della quantità delle portate, ma da una mera pesatura del “piattone” nel quale, una volta finiti in fila come muli ad una mangiatoia, accatasterete il cibo lungo un grottesco “self-service” la cui formula raffazzonata non potrà evitarvi miscugli di umori e sapori fra le differenti cibarie che, peraltro, dovrete servirvi da soli: dai ravioli ripieni di non si sa bene che cosa, all’humus, ai vari surimi, ad improbabili surrogati di soya della carne, all’orrido tofu e, per farla breve, a tutte quelle diavolerie zeppe di glutammato monosodico tanto care ai radical-chic.
A questo punto qualcuno osserverà che anche nei nostri autogrill funziona così: nossignore, perché negli autogrill o nei self-service aziendali prima si guarda quel che viene cucinato ed esposto quel giorno, poi si decide con tutta calma ciò che si preferisce consumare. Inoltre, normalmente, una volta in fila coi vassoi, si viene serviti su più piatti, non su un piatto unico ove tutto inevitabilmente si mischia; e a farlo è quasi sempre un inserviente coi guanti usa&getta, mentre qui sarete voi stessi a servirvi usando tutti lo stesso mestolo di portata delle varie pirofile a cielo aperto, sul quale mestolo si riverseranno i germi di centinaia di persone ogni ora (..e non tutte si saranno lavate le mani prima di afferrarlo).
Considerate che non avrete nemmeno il tempo di capire la natura dei cibi che avrete di fronte, né gli ingredienti che li compongono, a causa della fretta incussavi dal procedere della fila in continuo movimento.
Alla fine della quale fila, dopo una sommaria pesatura del piatto, pagherete il conto complessivo dell’informe amalgama che dovrebb’essere il vostro pranzo.
Va sottolineato che una tale formula, nella sua perversione valoriale, tradisce anche il senso dei self-service a “forfait” (quelli in auge nei villaggi estivi) dove ci si riempie i piatti in libertà pagando sempre la stessa cifra, perché qui, al contrario, l’avventore sa bene che pagherà ogni grammo di ciò che si metterà nel piatto. Quindi si tratta sì di “self service” scaciati e senza servizio, ma dove di fatto non risparmierete un solo centesimo.

Ma come si può far passare, in un ambito delicato e nobile come la ristorazione, l’idea che le pietanze abbiano tutte i medesimi valori, sapori e identità a tal punto da pagarle a peso complessivo anziché a singola porzionatura tipologica?! Insomma, potrebbe mai un etto di mortadella costare quanto un etto di caviale?
Ovviamente no.
Ecco che in una struttura del genere è la complessiva qualità delle materie prime ad essere talmente scadente da rendere le pietanze del tutto equivalenti e quindi indifferenti fra loro. Esattamente come i globalisti vorrebbero far diventare gli esseri umani.

Così come nella politica il mondialismo collettivista e internazionalista ha usato l’ideologia “progressista” per sostituire le istanze dei proletari con quelle dei migranti, nella ristorazione stanno usando il vegetarianesimo più fricchettone per scalzare la cucina nazionale e sostituirvi quella “del mondo”; ma in realtà ci vogliono sostituire tutti e tutto.
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11834887/Renaud-Camus—Gli-immigrati.html

Ciò detto, amici vegetariani, non potreste limitare le vostre istanze al mangiare cereali, ortaggi e legumi senza essere troppo ideologici e possibilmente senza rompere i coglioni al prossimo? E se proprio dovete romperli a qualcuno, fateci la cortesia, rompeteli a loro…
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11835841/Inghilterra–feci-umane-nella-carne.html

http://video.repubblica.it/mondo/cina-cani-e-gatti-da-macello-la-video-inchiesta/139428/137969

Piuttosto, godiamoci questo trionfo “proteico” nostrano alla faccia di ogni ipocrisia pseudo-animalista…
https://aristocraziaduracruxiana.wordpress.com/2015/10/10/uova-salsicciate-alla-mostarda-dolce/

HELMUT LEFTBUSTER

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