LA NUOVA MODA BARBUTA CHE OMOGENEIZZA COLORI E FATTEZZE

Ma guardateli questi ragazzotti-capretta che pascolano per i centri commerciali fra uno sbadiglio e un “apericena”, con quelle arie ebeti e asettiche, addobbati come flosci alberelli di natale gremiti di ammennicoli tecnologici che grondano da volti privi di volitività individuale e incrostati da barbe, occhialoni e tatuaggi.
Sembra una moda fatta apposta per cancellare quelle tracce genetiche delle quali ognuno di noi è millenario portatore.
In origine le mode nascevano per esprimere il meglio, dopo aver tentato di codificarlo, di ciò che una determinata comunità riteneva essere utile per distinguersi dalle altre. Simboli, icone e stemmi araldici nascono così.
Certo, parlando di “moda” in senso stretto, il rischio di “conformare” era in agguato anche quando le finalità dei creativi che forgiavano le linee comuni erano votate alla valorizzazione di un retaggio iconografico d’appartenenza; ma, perlomeno, le risultanze culturali di quelle mode concorrevano ad un miglioramento dell’estetica ambientale tarato sui canoni di bellezza che storicamente appartenevano a quel “demos” di riferimento, pur continuamente re-stilizzati: insomma, ci si spogliava per mostrare il fisico negli anni ’70 esattamente come si faceva nel ’70 a.C; negli anni ‘80 si ostentavano i lineamenti con l’uso del trucco come gli antichi Egizi già usavano fare ben prima delle “toilettes” di Cleopatra, e si giocava sui colori di capelli, occhi e carnato esattamente come i mosaicisti operavano nel comporre i loro capolavori ormai millenari.
E già presso Etruschi e Romani i monili servivano sì come ornamento del viso, ma senza stravolgerne brutalmente le fisiognomiche come avviene oggi fra i giovanissimi che si dilatano i lineamenti sino a perderne i connotati naturali, forse per somigliare ad aborigeni di chissà quale buco del culo del mondo.
http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/leterno-presente-del-mentalmente-aperto/

Persino i tatuaggi, un tempo sorta di distintivo creativo del singolo che se ne fregiava per istoriarsi addosso il nome dell’amata o l’emblema del proprio mestiere o della propria arte, basavano la loro funzionalità sullo stagliarsi a contrasto del chiarore cutaneo che li ospitava; ora, invece, non sono altro che confuse ragnatele sfocate fatte più per coprire la tonalità della cute, che non per delinearvisi sopra.
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/provano-toglierci-natale-e-ci-rifilano-sanremo-multietnico-1199446.html

Quanto a queste barbacce dal chiaro sapore mediorientale, esse non contribuiscono affatto, come ai tempi di Ulisse e Diomede, ad esaltare i nostri virili contorni maxillo-facciali: esse sono state ideate per nasconderli.
La solita smania mondialista di nascondere ciò che siamo anzichè esserne fieri…e sulla quale Noi staglieremo la nostra solita bella chiazza di catarro.

G/Ab (Aristocrazia Dvracrvxiana – DEVIATE DAMAEN)

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